Il sistema dei doppi prezzi per thailandesi e stranieri
Se siete già stati almeno una volta in Thailandia vi ricorderete di questa diffusa abitudine dei prezzi differenti applicati ai locali ed agli stranieri (farang).
Le attrazioni hanno infatti un listino differente a seconda che voi siate thailandese oppure un turista straniero; per l’ingresso nei parchi nazionali ad esempio capita di dover pagare anche 10 volte di più per il ticket, con cifre che si aggirano sui 300/400 baht per i farang e 40/50 baht per i thai.
I luoghi religiosi come i templi sono invece spesso gratis per i locali, mentre a noi verrà chiesto un biglietto d’ingresso, un esempio su tutti il Grande Palazzo Reale di Bangkok per cui bisogna sborsare 500 baht, oltre 10 €, mentre altre volte il ticket ha un costo molto più abbordabile.
Alla fine i prezzi dei biglietti d’ingresso sono in linea con quelli che troviamo in Italia oppure anche inferiori e quindi si può soprassedere su questa politica contestabile; inoltre i thailandesi guadagnano in media molto meno e perciò si cerca, anche giustamente, di mantenere i prezzi popolari, per invogliarli a viaggiare nel loro stupendo Paese.
MarkBA, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Alcune cose fanno però storcere un po’ il naso, perché ad esempio il prezzo dei biglietti può essere scritto in caratteri occidentali se riferito agli stranieri ed in caratteri thai per i thailandesi, rendendo quindi incomprensibile la cifra che pagano loro e creando così un po’ di malcontento.
Inoltre questa differenza viene talvolta fatta pagare per mezzi come i tuk tuk, con l’autista che chiede molti più soldi rispetto a quello che farebbe con un thailandese oppure da alcuni ristoranti o nei mercati.
Tutto sommato è un’usanza che viene adottata anche da altri Paesi del Mondo e che può essere giustificata con la differenza nel tenore di vita e negli stipendi della maggior parte dei turisti che si recano in Thailandia, ma che talvolta risulta un po’ antipatica e difficile da digerire.