Diario di viaggio Novembre 2022

In questo viaggio di due settimane andremo alla scoperta della capitale Bangkok, in cui soggiorneremo sia un paio di giorni all’inizio che prima di ripartire per l’Italia, con in più altre mete di importanza storica, come Kanchanaburi ed Ayutthaya, oltre alla città principale del nord, Chiang Mai, ed un po’ di relax al mare sull’isola di Koh Samet.

Per gli spostamenti ci siamo affidati a bus, treni e ad un volo interno, mentre i pernottamenti sono stati in 5 località differenti, in strutture prenotate con largo anticipo su booking.com; in questa occasione abbiamo preferito concentrarci su Thailandia centrale e del nord, tralasciando le isole più turistiche del sud.

Come di consueto, sia io che mio fratello prepariamo i bagagli il giorno prima della partenza, con sveglia al mattino presto per quello che sarà un lungo spostamento dall’Italia a Bangkok, passando da Singapore.

Foto di Thailandiapertutti.it

Sabato 12 Novembre

Per un colpo di fortuna riusciamo a trovare un volo per la Thailandia sotto i 500 €, anche se dovremo allungare il tragitto passando da Singapore, ma vista l’offerta ed il fatto di utilizzare una delle compagnie migliori del mondo, la Singapore Airlines, optiamo per questa scelta.

Il primo volo, da Milano Malpensa a Singapore, durerà quasi 12 ore ed è programmato per le 12:40; considerando le 3 ore che ci servono per raggiungere l’aeroporto di partenza dal Trentino, dove abitiamo, partiamo in auto attorno alle 6 del mattino, così da avere tutto il tempo necessario per le pratiche aeroportuali, che si riveleranno comunque abbastanza veloci.

Considerate le 7 ore di differenza del fuso orario atterriamo a Singapore il giorno dopo, di primo mattino, dove abbiamo la coincidenza per Bangkok.

Domenica 13 Novembre

Sulla carta il secondo volo sarebbe dovuto partire 2 ore dopo il nostro arrivo a Singapore, ma dopo aver passato i controlli arriva una comunicazione che il nostro aereo non può volare per imprecisati motivi tecnici e verrà sostituito da un altro velivolo.

Il problema è che vengono cambiati anche terminal e gate e bisogna quindi spostarsi in un’altra area del grande aeroporto di Singapore, con partenza posticipata di oltre 1 ora e nuovi controlli di sicurezza, che però per fortuna si riveleranno molto veloci.

Finalmente decolliamo e dopo 2 ore approdiamo in Thailandia; non c’è molta gente e quindi passiamo abbastanza in fretta il controllo dell’immigrazione.

Ritirati i bagagli, acquistata una sim dati per il viaggio e cambiati un po’ di euro in baht vicino alla stazione dell’ARL, linea che collega l’aeroporto di Bangkok-Suvarnabhumi al centro città, prendiamo il primo treno disponibile verso la stazione di Phaya Thai, nei pressi della quale abbiamo l’hotel per le prime due notti.

Verso le 2 del pomeriggio completiamo quindi il lunghissimo viaggio di andata, durato in tutto 26 ore, e ci concediamo un breve riposo di un’oretta in hotel.

Per sconfiggere il jet lag decidiamo quindi di esplorare fin da subito Bangkok e camminiamo qualche centinaio di metri verso sud, immergendoci negli odori e nei rumori della grande metropoli.

Prendiamo quindi un piccolo traghetto che sfreccia in uno dei tanti khlong (canali) della città e che per nemmeno mezzo euro ci porterà nei pressi del Tempio della Montagna Dorata, il Wat Saket.

Il tempio si trova in una zona piuttosto tranquilla e svetta rispetto alle case ed ai palazzi adiacenti; tramite una lunga scalinata si raggiunge la sommità del Wat Saket, da dove si può godere di uno splendido panorama a 360° della grande metropoli thailandese.

Terminata l’interessante visita ci dirigiamo verso il vicino Wat Ratchanatdaram Worawihan, che però è chiuso e possiamo ammirare solo dall’esterno; troviamo un tuk tuk che ci porta in alcuni altri piccoli templi della zona e poi in un’agenzia turistica, dove prenotiamo un’escursione nelle montagne attorno a Chiang Mai, città che raggiungeremo fra qualche giorno.

Poco dopo il tramonto prendiamo la metropolitana fino al Parco Lumphini, da dove ammiriamo lo skyline serale di Bangkok, con i grattacieli illuminati.

Ceniamo nelle vicinanze del parco e poi concludiamo questa prima lunghissima giornata, per concederci una rigenerante e meritata dormita in vista degli intensi giorni successivi.

Lunedì 14 Novembre

Iniziamo la giornata con un’abbondante colazione in stile thai (l’hotel offriva tre diverse alternative, anche di tipo occidentale) e poi prendiamo un bus che ci porterà nei pressi del Grande Palazzo Reale.

Presto ci rendiamo conto di un errore da principianti, perché siamo in pantaloncini corti, ma per entrare nel complesso del Grande Palazzo Reale bisogna essere vestiti in modo adeguato, con le gambe e le spalle coperte.

Guarda caso vicino all’entrata c’è una signora che vende quelli che si riveleranno i tipici pantaloni da turisti, con una trama molto vivace e con dei disegni di elefanti, gli animali simbolo del Paese; acquistati ed indossati i pantaloni lunghi possiamo perciò iniziare la visita della più famosa attrazione della capitale.

L’ingresso costa 500 baht, un prezzo abbastanza alto rispetto ad altri luoghi, ma sicuramente vale la pena visitare questo grande complesso una volta residenza dei sovrani thailandesi, che comprende sia templi che edifici civili che mischiano elementi architettonici locali ed occidentali.

In uno dei templi è conservata una delle statue più venerate del buddhismo, il Buddha di Smeraldo, mentre altri palazzi sono oggi adibiti ad interessanti musei.

In seguito proseguiamo a piedi verso il Wat Pho, noto soprattutto per l’enorme splendida statua del Buddha sdraiato ricoperta d’oro, lunga poco meno di 50 metri; nel complesso si tratta di un tempio molto bello, con ricche e dettagliate decorazioni, che comprende anche quattro pagode in stile khmer.

Dopo un veloce pranzo in un ristorantino non distante dal tempio, raggiungiamo le rive del fiume Chao Phraya, da dove prendiamo un traghetto che ci porta al Wat Arun, il tempio dell’alba, situato sulla sponda opposta; il breve percorso per il molo si svolge su alcune passerelle di legno con ai lati dei piccoli negozi in parte allagati, probabilmente a causa di forti piogge avvenute nei giorni precedenti.

In pochi minuti siamo all’entrata del Wat Arun, con l’enorme prang in stile khmer alto 82 metri che si nota fin da subito, mentre avvicinandosi si possono ammirare le magnifiche decorazioni che lo adornano, fra intricati mosaici e statue di Buddha ed altre divinità; è inoltre possibile salire fino al primo livello, così da godere di un bel panorama sulla città.

Compriamo qualche souvenir ed il biglietto del traghetto per il nuovo enorme centro commerciale ICONSIAM, anch’esso situato lungo le rive del Chao Phraya, una manciata di chilometri più a sud.

Non siamo grandi amanti dello shopping, ma siamo qui più che altro per la terrazza panoramica, che offre una visuale migliore rispetto al Wat Arun, verso gli storici hotel che si affacciano sul fiume ed i tanti grattacieli sorti a Bangkok negli ultimi anni.

L’interno di questo centro commerciale lascia comunque a bocca aperta ed il numero di negozi, caffè e ristoranti è impossibile da conteggiare; notiamo inoltre che ci sono già le decorazioni natalizie.

Torniamo in hotel utilizzando la metropolitana sopraelevata, lo Skytrain, col meteo che peggiora, ma per fortuna tutto il tragitto è al coperto e quindi riusciamo a rientrare senza bagnarci.

Restiamo in zona per la cena e dopo un breve giro a piedi ci rifugiamo nuovamente in stanza, dove dobbiamo risistemare i bagagli, degli zaini da viaggio, più comodi rispetto alle classiche valigie, poiché la mattina seguente ci sposteremo verso una nuova destinazione.

Martedì 15 Novembre

È giunto il momento di lasciare Bangkok ed esplorare altre aree della Thailandia; la prima meta sarà Kanchanaburi, città situata circa 150 chilometri ad ovest della capitale.

Tramite l’applicazione Grab prenotiamo un taxi per la stazione dei bus di Mo Chit, dove prendiamo un minivan che in circa 3 ore ci porterà a destinazione; la strada è scorrevole e durante il tragitto possiamo osservare il paesaggio che cambia e che da urbano diventa via via più rurale, con anche alcune montagne verso la fine.

Dalla stazione dei bus di Kanchanaburi raggiungiamo con un songthaew (taxi collettivo) il nostro hotel, che si trova a soli 100 metri dal famosissimo Ponte sul Fiume Kwai, reso celebre dall’omonimo film, anche se in realtà quello della pellicola si trova in Sri Lanka.

Il ponte è utilizzato ancora adesso, ma i treni su questa linea sono pochi; nelle immediate vicinanze è presente una stazione, così possiamo controllare gli orari ed osservare il passaggio di un convoglio direttamente dal ponte.

Calmati i nostri stomaci in un bel ristorante con vista fiume, attraversiamo lo storico ponte a piedi; un segnale ci informa dell’arrivo del treno e bisogna mettersi negli appositi spazi delimitati da una linea rossa, coi treni che comunque transitano a passo d’uomo.

Poco distante dal ponte si trovano inoltre un paio di antiche locomotive, utilizzate ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, quando i giapponesi, che controllavano la zona, costruirono grazie a manodopera locale e prigionieri di varie nazionalità la linea ferroviaria nota col nome di Ferrovia della Morte, che conduceva fino in Birmania.

Il pomeriggio è bello e soleggiato e quindi chiamiamo un auto con Grab per andare a visitare il Wat Tham Suea, un tempio situato su una collina ad una decina di chilometri da Kanchanaburi.

Il Tempio della Grotta della Tigre, questo il suo nome in italiano, si rivela molto interessante ed accanto alla parte buddhista è presente anche un edificio in stile cinese; notevole anche il panorama sulle campagne circostanti.

Terminata la visita ritroviamo il nostro autista, che ci ha aspettato per riportarci in città, anche se la comunicazione è stata un po’ complicata dal fatto che non parlava una sola parola in inglese.

Dopo un riposino in hotel andiamo a cenare in un ristorante più rustico e con menù più limitato rispetto a quello del pranzo, ma comunque con piatti di buona qualità.

Mercoledì 16 Novembre

Oggi avremo un primo contatto con la natura thailandese, poiché andremo a visitare il Parco Nazionale di Erawan, che prende il nome da delle cascate su più livelli.

Evitiamo di prendere un taxi, dato che il parco non è così vicino a Kanchanaburi, ed optiamo per la linea di autobus apposita, con corse pressappoco ogni ora.

Il bus è piuttosto vecchiotto e senza aria condizionata, ma per fortuna farà il suo dovere, anche se nei tratti di salita più accentuati arranca parecchio, fino quasi a fermarsi; dopo 1 ora e mezza circa, inclusa una sosta per fare benzina, arriviamo all’entrata del parco, dove acquistiamo i biglietti ed iniziamo l’avvicinamento a piedi alle cascate.

Il paesaggio è molto bello e già dopo poche centinaia di metri appaiono le prime cascatelle; l’acqua è limpida e si intravedono anche parecchi pesci che nuotano indisturbati nel ruscello.

Sotto ognuna delle cascate principali sono presenti delle piscine naturali in cui è possibile immergersi e rinfrescarsi, a patto di indossare per motivi di sicurezza un giubbotto, tipo quello che si usa sulle barche.

Il sentiero inizia man mano a risalire la montagna, ma senza salite eccessive, con la natura che diventa sempre più selvaggia e la giungla più rigogliosa; alla fine arriviamo all’ultima e molto più alta cascata, anch’essa con una piccola piscina subito sotto.

Ci sono alcuni turisti ma comunque abbiamo la possibilità di fare un bagno e quindi restiamo in costume, per alcuni minuti di meritato relax al termine del percorso in mezzo alla foresta, o almeno così pensavamo.

Appena entrati in acqua veniamo infatti circondati dai pesci già visti in precedenza, che senza esitazione mangiano la pelle morta di piedi ed altri parti del corpo, per una sensazione abbastanza strana, specialmente coi pesci più grandi, di ricevere come dei pizzicotti; nel mio caso sembrano piuttosto interessati alla schiena.

Terminato il trattamento di benessere non richiesto ma gratuito, ci prepariamo per ripercorrere il sentiero al contrario, ammirando nuovamente lo spettacolo naturale di questo parco nazionale, non a caso uno dei più rinomati del Paese.

Prima di salire sul bus che ci riporterà a Kanchanaburi abbiamo il tempo di pranzare e riposarci qualche minuto.

Ormai è già pomeriggio inoltrato e quindi ci limitiamo a passeggiare ancora una volta nei pressi del ponte sul fiume Kwai, mentre più tardi ceniamo in un ristorante in cui volevamo già andare il giorno precedente, ma che avevamo trovato chiuso, e che si rivelerà di ottima qualità.

Giovedì 17 Novembre

La prima parte della giornata servirà per raggiungere la terza meta di questo viaggio, l’antica capitale Ayutthaya, in cui sono tuttora presenti numerosi edifici di grande valore storico.

Prendiamo innanzitutto un bus di linea per Suphan Buri, dove cambiamo mezzo e saliamo su un più piccolo ma veloce minivan, che si fermerà non molto distante dal nostro alloggio, che quindi possiamo raggiungere direttamente a piedi.

Siccome la camera non è ancora pronta lasciamo gli zaini alla reception ed andiamo in un piccolo e rustico ristorante specializzato in noodles lì vicino, con una scodella che costa appena 20 baht; non del tutto sazi facciamo il bis e quindi torniamo alla guesthouse per il check-in.

Qui ci viene proposto un tour in barca di 3 ore percorrendo i due fiumi che circondano la città, toccando inoltre tre templi, dove possiamo sostare alcuni minuti, prima di riprendere il giro ed osservare il tramonto dalla nostra imbarcazione.

La prima fermata è al Wat Phanan Choeng, un tempio molto antico anche se dall’esterno risulta piuttosto moderno per via dei molti restauri effettuati; tornando alla barca rimango incantato da un’ammucchiata con centinaia di pesci attirati a riva da del colorato cibo lanciato dai fedeli.

Dopo un’altra breve sosta presso il Wat Phutthaisawan raggiungiamo uno dei templi in stile khmer più belli della città, il Wat Chaiwatthanaram, davvero molto affascinante e con i suoi colori esaltati dalla luce che c’è poco prima del tramonto.

Concludiamo quindi il tour tornando al molo di partenza e da qui al nostro alloggio con un tuk tuk; ormai è già ora di cena e su suggerimento dei proprietari della guesthouse andiamo al mercato notturno non molto distante, dove proviamo alcuni piatti di street food e compriamo anche della frutta mai vista in Italia, molto fresca e gustosa.

Venerdì 18 Novembre

Per una volta ci concediamo una colazione all’occidentale e notiamo che anche i prezzi sono più simili ai nostri che a quelli usuali della Thailandia.

Oggi andremo a visitare diversi templi sparsi nel parco storico di Ayutthaya e per coprire più velocemente le distanze che li separano noleggiamo delle biciclette, anche perché la città sorge in pianura e mancano totalmente le salite.

Scopriremo durante il nostro girovagare che sono presenti anche delle corsie ciclabili lungo alcune strade e che all’ingresso dei templi principali vi sono degli appositi parcheggi per le bici, che si riveleranno quindi un mezzo molto adatto ed utile per esplorare Ayutthaya.

Come prima tappa scegliamo il Wat Mahathat, noto in particolare per la testa di Buddha incastonata fra le radici di un fico sacro, molto suggestiva; anche il tempio in sé è molto interessante, nonostante di molti elementi siano presenti oggi solo le rovine.

Altre due pedalate e siamo al Wat Ratchaburana, con il prang centrale in stile khmer che svetta rispetto alle restanti parti del tempio.

Attraversiamo poi un bel parco dove in uno dei laghi vediamo un paio di grossi varani che nuotano placidamente vicino alla riva ed arriviamo al Wihan Phra Mongkhon Bophit, un tempio buddhista piuttosto imponente e frequentato.

Proprio di fronte al tempio possiamo inoltre ammirare il Wat Phra Si Sanphet, che si caratterizza per tre grandi chedi in cui sono presenti le ceneri di altrettanti re; una volta si trovava all’interno del Palazzo Reale, di cui però non è rimasto praticamente nulla.

Ci fermiamo anche al Wat Phra Ram, che si trova sempre pressappoco nella stessa zona; dopo un’abbondante pranzo ci concediamo poi una veloce siesta all’ombra prima di riprendere le biciclette e continuare l’esplorazione della città.

Studio la cartina in maniera da raggiungere uno dei templi che non abbiamo ancora visitato, ma con risultati disastrosi, poiché dopo aver parcheggiato le biciclette attraversiamo un bel mercato al coperto giusto per ritrovarci di nuovo davanti al Wihan Phra Mongkhon Bophit, visto poche ore prima.

Oltrepassato il fiume usciamo dal centro di Ayutthaya per visitare il Wat Na Phra Meru, prima di continuare la pedalata in direzione nord, anche se dobbiamo tornare presto sui nostri passi poiché il cielo diventa minaccioso.

Nel giro di pochi minuti inizia a piovere piuttosto forte e siamo costretti a trovare un riparo di fortuna, sotto il tetto di una casa, da dove possiamo ammirare l’ingegno dei thailandesi nell’affrontare queste condizioni meteo; passato l’acquazzone possiamo riprendere a pedalare e così torniamo al nostro alloggio per riconsegnare le bici.

Abbiamo già fatto il check-out al mattino poiché passeremo la notte sul treno per Chiang Mai, che in teoria dovremmo prendere attorno alle 21:00.

Prenotiamo un taxi con la solita applicazione Grab e raggiungiamo la stazione dei treni di Ayutthaya, dove ritiriamo i biglietti prenotati un mese prima tramite il sito 12go.asia; ci sono parecchie persone, inclusi turisti occidentali, ma comunque troviamo posto su una delle panchine ai lati dei binari.

Ben presto scopriremo che tutti i treni diretti verso nord ed in arrivo da Bangkok sono in grosso ritardo e quindi ci toccherà aspettare ben più del previsto, dato che alla fine partiremo oltre due ore dopo l’orario preventivato.

Nel frattempo un paio di panchine più in là rispetto alla nostra c’è un turista spagnolo che si sente male e che più tardi dovrà essere trasportato in ambulanza all’ospedale, poiché le operazioni di soccorso sul posto non danno i risultati sperati.

Sabato 19 Novembre

Abbiamo prenotato due posti di seconda classe con aria condizionata, con il compartimento che viene diviso in due parti, una inferiore ed una superiore, dotate di cuccette con cuscino e lenzuola; io sono al posto inferiore dal quale si può anche osservare il paesaggio che scorre lentamente all’orizzonte, mentre da sopra non si ha nessuna visuale.

Il treno impiegherà circa 11 ore e mezza per arrivare a Chiang Mai, mantenendo il ritardo accumulato già all’inizio; col sorgere del sole posso osservare l’ambiente che è diventato più montuoso e con tratti di ferrovia che attraversano rigogliosa foresta tropicale.

All’arrivo dovrebbe attenderci un autista che ci porterà prima all’agenzia viaggi, dove definire il tour prenotato a Bangkok qualche giorno prima, e poi all’hotel in cui alloggeremo nei prossimi tre giorni.

In effetti troviamo un signore con un cartello in cui è segnato il nostro nome, che ci conduce al songthaew che useremo per arrivare nel centro storico; pochi secondi dopo ci accorgiamo che anche un’altra persona ha un cartello col nostro nome e lo facciamo notare al primo autista. Dopo una breve ed incomprensibile discussione in thailandese fra i due possiamo salire sul tuk tuk.

All’agenzia viaggi ci attende una ragazza che ci descrive il tour che abbiamo prenotato e poi ci chiede se abbiamo in mente di fare ulteriori escursioni ed alla fine ne scegliamo un’altra che ci porterà sulla montagna più alta della Thailandia, il Doi Inthanon.

Anche se nei giorni precedenti ci avevano avvertito che al nord faceva più freddo non notiamo alcuna differenza, col sole che scalda parecchio pure a Chiang Mai.

Giunti finalmente in hotel possiamo prepararci per il pranzo, visto che il treno è arrivato attorno alle 11 e la fame inizia a farsi sentire; io ordino un piatto di carne che sembra abbastanza innocuo, ma che si rivelerà invece piuttosto piccante.

Non distante dal ristorante c’è il Wat Phra Singh Woramahawihan, un tempio molto bello e di cui notiamo subito le differenze di stile rispetto a quelli visti finora nelle città precedenti.

Il pomeriggio lo passiamo visitando gli altri templi principali situati all’interno delle mura che delimitano il centro storico della città, anch’essi molto interessanti ed ognuno con le sue distinte caratteristiche, come il Wat Chedi Luang Worawihan, che ci ricorda quelli più antichi di Ayutthaya.

I turisti non mancano, ma comunque l’atmosfera è molto più tranquilla e rilassata rispetto a quella di Bangkok, con la parte vecchia di Chiang Mai che non ha subito grandi cambiamenti nel corso degli anni ed ha così mantenuto la sua impronta storica.

La sera riceviamo un messaggio dall’agenzia che ci chiede se possiamo invertire le giornate delle due escursioni prenotate; nessun problema per noi e quindi mettiamo la sveglia per le 6:30 del mattino seguente, con il tour che inizierà abbastanza presto, anche perché servono 2 ore per raggiungere la cima del Doi Inthanon in minivan.

Domenica 20 Novembre

Facciamo in tempo a consumare una veloce colazione, che lo staff dell’hotel gentilmente ci prepara prima dell’orario ufficiale prestabilito, prima di incontrare autista e guida del nostro tour presso la reception.

Siamo i primi a salire sul minivan e man mano raccogliamo gli altri partecipanti; alla fine saremo una quindicina di persone di varie nazionalità, fra cui due italiani che però vivono nei Paesi Bassi ed un ticinese, con cui quindi possiamo scambiare qualche chiacchiera nella nostra lingua.

Lungo il tragitto per il Doi Inthanon, che dista circa 100 chilometri da Chiang Mai, facciamo una sosta per acquistare qualche snack e per i bisogni fisiologici e poi siamo pronti a salire sulla montagna più alta della Thailandia, con la strada che arriva a ridosso della cima.

La giornata è bella e soleggiata ma ovviamente usciti dal pulmino si sente la differenza di temperatura rispetto alla pianura, dato che siamo a 2.500 metri d’altezza; all’inizio del breve percorso a piedi per la vetta è presente un termometro che segna ‘solo’ 16 gradi, mentre all’alba si era scesi fino a 6 gradi appena.

Per la prima e unica volta in questo viaggio indosso una maglia a maniche lunghe sopra la t-shirt.

Dopo questo primo breve assaggio di natura siamo pronti per il piatto forte del tour, un trekking di una manciata di chilometri che dapprima si inoltra nella fitta giungla e poi prosegue in spazi più aperti, fino ad un punto panoramico con la vista che però sarà purtroppo in parte rovinata da delle nuvole basse.

Per un tratto si cammina sul ciglio della montagna e si possono ammirare altre visuali sulle cime dei dintorni e sulle aree rurali sottostanti; tornati nella giungla inizia anche a piovere per qualche minuto, con l’umidità che si fa sentire sulla pelle.

Nella tappa seguente visitiamo le Two Chedis, due pagode abbastanza recenti (ci sono anche le scale mobili) erette in onore del re Bhumibol Adulyadej e della regina Sirikit, attorno alle quali è stato allestito un parco ricco di piante e fiori tropicali.

Il tour è giunto quasi al termine e dopo la pausa pranzo visitiamo prima un villaggio in cui coltivano caffè e tè, che possiamo assaggiare gratuitamente, ed in seguito l’imponente Cascata Wachirathan, visibile da diverse prospettive.

Tornati a Chiang Mai possiamo riposarci un attimo prima di uscire per andare al mercato notturno, dove rimpolpiamo la collezione di souvenir e beviamo un succo esotico, che mi sembra avere il sapore di lattuga.

Consumata la cena passeggiamo ancora per la città, coi templi che assumono un aspetto differente e più suggestivo grazie all’illuminazione artificiale.

Lunedì 21 Novembre

Anche oggi parteciperemo ad un tour, stavolta nell’area di Mae Wang, con partenza dal nostro hotel attorno alle 9; il gruppo è più piccolo, 7 persone in tutto, e per spostarci usiamo un songthaew, con posti più scomodi rispetto al minivan del giorno prima ed aperto sui lati e dietro.

Il viaggio dura 1 ora abbondante, con l’ultimo tratto pieno di curve; poco prima di giungere a destinazione incontriamo la nostra guida, un ragazzo del posto molto simpatico.

L’escursione inizia con un tratto a piedi nelle splendide campagne e foreste della zona, col sentiero che ci conduce ad una cascata, sotto la quale volendo si potrebbe anche fare il bagno, ma non in questo periodo dell’anno, poiché il flusso dell’acqua è piuttosto forte.

Dopo una breve pausa ci dirigiamo verso un santuario degli elefanti, dove potremo fare il bagno con loro, lavarli e dargli da mangiare decine e decine di banane; l’esperienza è molto interessante e gli animali sembrano essere trattati bene, con anche un piccolo elefantino di 3 anni, divertente da osservare e che ogni tanto emette dei versi molto buffi.

Ripreso il sentiero bisogna attraversare il fiume su un ponte raffazzonato ed instabile con la guida che scherzando ci dice di fare attenzione a non cadere perché sotto ci sono i coccodrilli.

Visitiamo brevemente un villaggio locale, con una signora che sta lavorando ad una sciarpa con l’ausilio di utensili tradizionali, per poi riprendere il nostro mezzo ed effettuare la sosta pranzo presso un ristorantino vicino alla strada principale.

Dopo un altro breve spostamento siamo pronti per l’ultima tappa, che si svolgerà su un tratto del fiume Wang; qui saliamo su delle rudimentali zattere di bambù, 3 persone per ognuna più il rematore, con cui discenderemo il fiume.

La velocità delle zattere è abbastanza contenuta e ci permette di osservare per bene il paesaggio che abbiamo intorno; mio fratello si ritrova per qualche secondo con un serpente davanti ai piedi, che però per fortuna torna presto in acqua, mentre io riesco a notare un elefante che sta mangiando vicino alla riva.

Alla fine del percorso c’è anche un breve pezzo più tortuoso, con delle piccole rapide in cui bisogna tenersi più forte per non cadere fuori dalla zattera, che però volendo si può evitare, percorrendo a piedi questo ultimissimo tratto.

Verso le 4 del pomeriggio siamo di ritorno all’hotel, dove rimaniamo a riposare fino all’ora di cena; dopo una passeggiata serale dobbiamo preparare nuovamente gli zaini, con l’aggiunta dei nuovi acquisti effettuati a Chiang Mai, perché domani alle 13:00 abbiamo un volo che ci porterà a Rayong.

Martedì 22 Novembre

Ci alziamo abbastanza presto, in modo da visitare alcuni templi prima di dirigerci in aeroporto.

Dopo una corposa colazione, a base soprattutto di frutta fresca, ci incamminiamo verso sud ed oltrepassiamo le mura che circondano il centro storico di Chiang Mai.

La nostra meta è il Wat Sri Suphan, un tempio abbastanza particolare, con una sala dell’ordinazione piuttosto recente, di colore grigio brillante poiché rivestita interamente in argento, alluminio e nichel; le decorazioni sono curatissime ed accanto a temi tradizionali buddhisti si vedono raffigurazioni alquanto strane e che non ci si aspetterebbe in un luogo sacro, come ad esempio dei dischi volanti e degli alieni incisi sul pavimento.

In seguito ci fermiamo per qualche minuto anche al Wat Chet Lin, dove troviamo uno stagno pieno di pesci che al solito si accalcano quando qualcuno lancia loro del cibo.

È già ora di prendere gli zaini e raggiungere l’aeroporto di Chiang Mai, che dista pochissimi chilometri dal centro ed in cui arriviamo in appena 10 minuti; le operazioni di check-in sono abbastanza veloci ed abbiamo il tempo di consumare uno spuntino prima di salire sull’aereo che ci porterà nella provincia di Rayong.

Arriviamo in perfetto orario, ma il viaggio sarà ancora lungo poiché la nostra meta finale è l’isola di Koh Samet; ci sono inoltre dei lavori stradali vicino all’aeroporto, per cui restiamo imbottigliati nel traffico per un po’, con il bus che passa praticamente davanti alla pista di atterraggio 1 oretta dopo.

Raggiunto finalmente il villaggio di Ban Phe possiamo prenotare il traghetto per Koh Samet, non molto lontana dalla terraferma; sbarcati sull’isola è necessario pagare il ticket per il parco nazionale di cui Koh Samet fa parte, prima di poter prendere un mezzo che ci trasporti al nostro resort, situato a due passi dal mare.

Ormai è già buio e quindi non possiamo fare un primo bagno nel Golfo di Thailandia, che sarà perciò rimandato al giorno seguente.

Per la cena scegliamo un ristorante a ridosso della spiaggia ed in cui mangeremo piuttosto bene e poi ci rechiamo direttamente nella nostra stanza, visto che il trasferimento per arrivare fino a qui è stato molto lungo.

Mercoledì 23 Novembre

Passiamo la mattinata in pieno relax, prendendo il sole sulla spiaggia e nuotando nelle limpide e calde acque di fronte al resort; io mi concedo anche un massaggio thai ai piedi, che mi rilassa ulteriormente.

Pranziamo nel ristorante del resort e trascorriamo altro tempo in spiaggia, prima di dedicarci ad un’attività che alla fine si rivelerà alquanto impegnativa.

Alla reception è possibile noleggiare delle mountain bike, cosa che facciamo di primo pomeriggio per provare a raggiungere la punta meridionale dell’isola; il giorno prima il tragitto per arrivare al resort era sembrato abbastanza tranquillo, con giusto delle brevissime, seppur ripide, salite.

La strada comincia con dei saliscendi non eccessivamente faticosi, ma proseguendo verso sud le salite cominciano a diventare sempre più lunghe e ripide; noi comunque non demordiamo, visto che siamo abituati ad andare in bicicletta, e raggiungiamo un primo punto panoramico molto spettacolare, con la vista che arriva fino alla terraferma.

Mancano ancora 3 chilometri alla punta sud di Koh Samet, che riusciamo a raggiungere dopo altre micidiali salite e discese forse ancora più ripide, ottime all’andata, ma che poi dovremo affrontare al ritorno, visto che c’è una sola strada.

Esploriamo la bella penisola meridionale di Koh Samet, dove è presente una passerella in legno, ma ahimè nessun bar, perciò dobbiamo rimandare l’agognata sosta per riprendere un po’ di energie a più tardi.

Sulla via del ritorno la fatica si fa sentire ed in alcuni tratti scendiamo dalle biciclette e le spingiamo, visto che le pendenze sono abbondantemente sopra il 10%, come riportato da dei simpatici cartelli stradali; quantomeno si prende subito una gran velocità in discesa, così da prendere un po’ di slancio per l’inizio della salita successiva.

Ad un certo punto devo anche schivare un serpente, che mi fermo ad osservare a debita distanza; in seguito possiamo fermarci presso un negozietto che vende anche bibite fresche, che finiamo in un battibaleno, vista la fatica e sete accumulata.

Già che ci siamo e che abbiamo recuperato un po’ di forze non ci rechiamo subito in hotel ma continuiamo verso nord, con le strade che in questa parte dell’isola sono molto più abbordabili e dove possiamo acquistare qualche altra bibita e degli snack in un Seven Eleven, piccoli negozi onnipresenti in Thailandia ed al cui interno si trovano tutti i beni di prima necessità.

Tornati al resort abbiamo il tempo per un altro breve bagno in mare, così da scrollarci di dosso il sudore accumulato, prima che il tempo peggiori ed inizi a piovere in maniera copiosa.

Visto il meteo avverso decidiamo di cenare presso il nostro alloggio, con i prezzi che non sono nemmeno troppo alti, la scelta ampia ed i piatti di buona qualità, come appurato durante il pranzo.

Giovedì 24 Novembre

Il breve soggiorno al mare è giunto al termine, dato che oggi dobbiamo tornare a Bangkok.

Abbiamo già il biglietto del motoscafo che ci riporterà a Ban Phe, da dove ci sono dei minivan diretti per la capitale, ma possiamo scegliere l’orario in cui prenderlo.

Purtroppo il tempo stamattina è brutto e quindi scartiamo l’idea di passare qualche ora in spiaggia e ci rechiamo direttamente al molo di imbarco, dove sono già presenti diversi altri turisti ed imbarcazioni pronte a salpare.

Per nostra fortuna smette di piovere e durante il tragitto in motoscafo evitiamo di bagnarci; appena sbarcati riusciamo a prendere un minivan che partirà a breve, così da arrivare a Bangkok al pomeriggio e con qualche ora di luce ancora a disposizione.

La pioggia non ci dà tregua e quindi ci rifugiamo al Terminal 21, un grande centro commerciale che dista poche centinaia di metri dal nostro hotel; la particolarità di questo shopping mall è che ogni piano è dedicato ad una grande città del Mondo, come Londra, Roma e Tokyo, con elementi decorativi a tema.

Ne approfittiamo per acquistare alcuni prodotti alimentari thailandesi da riportare in Italia, visto che ormai il nostro viaggio è agli sgoccioli.

Per la cena individuiamo un ristorante tipico a pochi passi dall’hotel, che si rivelerà ottimo, sia come prezzi che come qualità e varietà del cibo, nel quale ritorneremo anche il giorno dopo.

Venerdì 25 Novembre

Il meteo stamattina è nettamente migliore, quindi iniziamo la giornata andando al Parco Benjakitti, abbastanza vicino al nostro hotel; ben presto ci sediamo per qualche minuto su una panchina per fare colazione con dei prodotti appena acquistati in un Seven Eleven.

Vicino al parco storico ne è stato costruito uno nuovo, il Benjakitti Forest Park, che ricrea l’ambiente originale di Bangkok, molto interessante ed in cui sono presenti delle lunghe passerelle sopraelevate.

Riusciamo a restare lontani dal traffico e dalle strade fino al Parco Lumphini, grazie ad un collegamento ciclo-pedonale; qui possiamo osservare qualche scoiattolo, molte specie di uccelli e dei grandi lucertoloni (varani).

Visto che il tempo regge decidiamo di camminare fino al King Power Mahanakhon, il grattacielo più alto di Bangkok; acquistiamo i biglietti ed in pochi secondi l’ascensore ci porta fino all’ultimo piano, che regala ottime visuali sulla città.

Salendo una breve scala si giunge poi all’aperto, sul tetto dell’edificio, con una vista a 360 gradi; c’è anche uno spazio con il pavimento in vetro da dove si può osservare la strada sottostante, quasi 300 metri più in basso, sconsigliato a chi soffre di vertigini.

Pranziamo piuttosto tardi in un ristorante locale ed economico indicatoci da un passante e poi proseguiamo verso il Wat Hua Lamphong, un bel tempio buddhista che visitiamo prima di tornare al nostro alloggio utilizzando la metropolitana.

Nel pomeriggio arriva un acquazzone, perciò non ci spostiamo dall’hotel, ma appena smette, verso l’ora del tramonto, saliamo al rooftop bar dotato anche di piscina, dove approfittiamo dell’happy hour per berci un paio di cocktail analcolici a testa.

Più tardi ricomincia a piovere e, visti anche i tanti chilometri percorsi a piedi nella prima parte di giornata, ceniamo nuovamente nel ristorante della sera precedente, dove ci eravamo trovati molto bene e distante pochissimi metri dal nostro alloggio.

Sabato 26 Novembre / Domenica 27 Novembre

La nostra vacanza è purtroppo giunta al capolinea, dato che oggi abbiamo il viaggio di ritorno, col primo volo per Singapore, della durata di un paio d’ore, che partirà alle 15:40 dall’aeroporto Suvarnabhumi di Bangkok, con attesa poi di oltre 4 ore per il lunghissimo tratto successivo.

Dedichiamo la mattinata agli ultimi acquisti di souvenir, recandoci all’enorme mercato di Chatuchak, che possiamo raggiungere grazie alla metropolitana; qui si trova veramente di tutto e servirebbe una giornata intera per esplorarlo in maniera approfondita.

Tornati in hotel finiamo di sistemare i nostri bagagli e prendiamo prima la metropolitana e poi come all’andata la linea ferroviaria ARL; svolte le solite procedure di routine all’aeroporto abbiamo il tempo per un ultimo pranzo in stile thailandese.